Lo scorso 16 Dicembre abbiamo aggiornato la nostra esposizione aggiungendo tra le nostre opere una selezione di lavori dell’artista Dado Schapira, artista milanese che, nato nel 1957, dipinge e gioca con diversi materiali fin dagli anni ’80.

Curioso ed attento ad ogni influenza che può trovare nelle sue giornate, ha sempre uno sguardo analitico verso i suoi gesti artistici, ritrovando spesso dei condizionamenti involontari dal suo passato, come ad esempio l’uso, inizialmente casuale del filo che aveva sulla scrivania, che lo fa tornare con i ricordi all’industria tessile che aveva la famiglia.

Seppur il suo lavoro possa richiamare diversi artisti contemporanei, lo stesso Dado ci tiene a sottolineare che in realtà lavora in maniera libera, senza pensare a riferimenti esterni: 

Il lavoro si crea da solo, di giorno in giorno, quasi per osmosi con la realtà. Spesso l’ispirazione nasce dal caso: leggo un articolo e ho un’ispirazione, vedo un servizio in televisione e realizzo un lavoro inerente a quell’argomento”.

Il suo lavoro dunque parte da una base progettuale o da un’idea, ma senza l’ispirazione giusta al momento giusto, molte opere non sarebbero mai state completate.

“Nello studio di sopra, dove ho iniziato a lavorare, disegnavo guardando delle macchine da scrivere. A un certo punto ho inserito un foglio in una macchina e così è nato il primo lavoro con i fili. In quel momento si è creato un collegamento tra il pensiero e quello che scrivevo, e le parole hanno smesso di scorrere, si sono bloccate sul foglio, come congelate. Per un attimo ero riuscito a fermare il pensiero”.

Dalla scelta di un supporto così fragile e rigido, i suoi lavori hanno subito una naturale evoluzione verso una “tela bianca” che gli permettesse di superare la limitazione di creazione che poteva trovare utilizzando la macchina da scrivere; un supporto alle sue idee più facile da maneggiare, e trasformare che desse vita a tutta la sua ispirazione: Il libro.

Il libro non viene mantenuto intatto, ma viene lavorato. Le parole dei libri sono cancellate, il bordo della copertina viene ridipinto proprio per poter lavorare su di un supporto bianco ma che, a differenza della tela è un fondo, un materiale ricco, contenente storie, poesie, fantasie. Un supporto molto più carico di significato rispetto ad una tela bianca ma senza sovraccaricarlo di un valore intrinseco:

“A volte lascio delle parole, ad esempio un nome, o una parte di frase, ma solo se casualmente sono legate al lavoro che sto facendo… Il libro ha poca importanza in sé, oltre al significato profondo che racchiude. Viene scelto “fisicamente” per la sua valenza estetica, per le dimensioni, l’equilibro nel quadro. Amo soprattutto quelli più vecchi, ingialliti. Sempre per il carico di storia che portano”.

Le 6 opere che ospitiamo in galleria sono un insieme di lavori realizzati tra il 2011 ed il 2017 e raccontano i suoi diversi modi di approcciare l’opera e il suo modo di creare diverse suggestioni utilizzando principalmente un gioco tra libri e fili.

Dettaglio di “Les flors de la vida” 2012
Dettaglio de “Mondo rosso e musica” 2017
Dettaglio de “Oltre l’attimo” 2012
Presenti in questa foto “Oltre l’attimo” e “Mondo Rosso e Musica”
“Fast slow” 2012 “Per te” 2016
Dettaglio de “31 Marzo 1965” 2017