Perchè noi ci sentiamo meno bravi quando lavoriamo con il digitale?

Premettendo fin dall’inizio di queste righe che vorrei potermi crogiolare della definizione di illustratrice e non di artista, oggi ho letto un articolo su Robinson n175, che mi ha dato molto da pensare sulla mia attività preferita in questa quarantena: la creazione di illustrazioni digitali. (qui un articolo che racconta la mia ultima avventura con Domitilla)

Pubblicandole e rendendole più accessibili e quindi aperte al giudizio, ho iniziato a sentire nello stomaco un qualcosa di simile ad un senso di colpa (o forse di troppo caffè…). Se poi dopo i complimenti di rito, mi viene chiesto qualche consiglio su come realizzare illustrazioni, mi trovo imbarazzatissima a rispondere che le illustrazioni sono digitali e che in questi giorni sto lavorando praticamente solo su ipad.

L’articolo su Devid Hockney per fortuna è venuto in soccorso del mio stomaco sottosopra e mi ha ricordato che non è tanto il supporto su cui ti esprimi, quanto il perchè lo fai e la visione che ha mosso la tua mano. 

David Hockney no.144.28th March 2020

Certo non mi posso mettere sullo stesso piano di un artista ultra ottantenne, riconosciuto a livello mondiale le cui opere, digitali e non vengono vendute per centinaia di migliaia di euro, ma posso certamente condividere la sua visione. 

Anche noi possiamo “costruire un rapporto intimo con l’oggetto della nostra osservazione, impossessandoci dello spazio che viviamo” attraverso il nostro lavoro, indipendentemente dal fatto che esso possa essere chiamato arte, design o illustrazione (spesso la differenza sta nel chi giudica non nel chi si esprime).

In questa sua quarantena nel nord della Francia, Hockney, dipinge sul suo device la natura man mano che si risveglia attorno a lui; grazie a questa sua elaborazione digitale, può ricondividerla con i suoi amici ed allietare i loro momenti bui di Lock-down.

David Hockney No. 132, 23rd March 2020

Questo gesto così semplice ed immediato, da la possibilità a lui di esprimere ciò che vede con gli occhi e la pancia, ed ai suoi amici di vivere un momento di tregua dai notiziari e dalle infinite discussioni attorno al covid 19. 

Negli ultimi giorni, ho avuto diverse risposte alle mie “illustrazioni graziose” e ho pensato che allora, forse, anche i miei “disegnini” pubblicati sul mio profilo Instagram e sul mio sito, possono portare un po’ di sollievo a chi si lascia stupire ancora dalla natura e dal mondo semplice.

Per fortuna “ il disegno e la pittura (e le illustrazioni aggiungo io) continueranno a esistere perchè la gente ne ha bisogno, l’arte, come la primavera e le stagioni che si susseguono nella nostra vita, è una costante, qualsiasi cosa accada”, e allora continuiamo a disegnare qualsiasi cosa con qualsiasi mezzo ed emozione, perchè la natura non si ferma e tutto attorno a noi ha bisogno di essere raccontato attraverso le nostre immagini. 

Mai come in questo periodo, i nostri occhi hanno bisogno di spensieratezza.

David Hockney, No.125 19th March 2020