Nella mia testa niente è lineare, tutto è in attesa di quell’ultima scintilla che metta in moto un meccanismo inarrestabile.

Se vi dicessi che i miei progetti nascono tutti grazie ad una grande organizzazione e ad un metodo infallibile vi direi una grossa bugia. Se poteste guardare dentro la mia testa vedreste un gran  turbinio di immagini colori e parole che vorticano tutte insieme. 

Più viaggio e visito mostre più nutro il caos dentro.  Più leggo, ascolto e conosco persone e più veloce tutto questo frulla nella mia testa fino a una mostra, un’immagine per strada o un semplice discorso dei miei vicini di lettino in spiaggia fanno scattare in me una scintilla.

Il turbinio smette di vorticare, le mille idee che ho in testa iniziano a mettersi in un bell’ordine come se fossero appese in una galleria d’arte e non riesco più a pensare ad altro se non al nuovo progetto che di colpo ha acquista un senso. 

Solo dopo la scintilla mi metto seduta con un po’ di musica classica in sottofondo che annullando i rumori lontani mi aiuta a svuotare la testa e mettere in ordine le idee. In quel momento inizia il processo creativo fatto di domande e risposte. Si perché sfatiamo un mito: La creatività non è sola fantasia, la creatività deve essere fatta di una grandissima ricerca che sappia portare a dei risultati e non più a delle idee campate per aria.

La creatività nella mia testa non inizia con l’assorbimento di idee ed immagini, ma con le domande e le risposte che mi do nel momento in cui mi fermo ed inizio a progettare, prima di quel momento è tutto solo pura fantasia.

Mi è venuto in mente perché l’ho già visto da qualche parte? Cosa esiste di simile? Se esiste qualcosa di simile, è migliorabile? Che colori potrei dargli? Perché la mia mente continua a tornare su quel post, questa immagine o quella parola? In che cosa la mia idea si differenzia? A chi potrebbe piacere? Se davvero lo realizzassi, quanto sarebbe piccola la mia nicchia? Con chi potrei realizzare questo progetto? potrei mettere in atto una qualche collaborazione?

Le domande diventano via via sempre meno creative e sempre più qualitative e ciniche, le domande piano piano si trasformano in un progetto!

Chi potrebbe realizzarlo? Come potrei velocizzare la produzione per abbatterne i costi?

e poi l’ultima domanda:

VALE LA PENA PORTARLO AVANTI?

Ecco su quest’ultima domanda ho ancora qualche problema ad essere oggettiva, non appena inizio il processo creativo mi innamoro perdendo ogni tipo di oggettività.

Le idee che frullano in testa sono tantissime, quelle che arrivano ad essere prodotte sono probabilmente 1/1000 di queste.

Vi racconto qualche esempio:

Star in a jar, il prodotto che ha dato via a Pourquoi Pas: Un vaso di stelline di carta dentro cui ci sono scritte tante frasi. Il primo vaso di stelline l’ho fatto per quel ragazzo che poi è diventato mio marito.  Al tempo mi divertivo a guardare origami su Pinterest ma è stato il bisogno di cercare un regalo speciale che non avesse la forma di una cravatta o un di un chip e che sapesse contenere 100 momenti belli. Le idee erano tutte in testa e tutte pronte. In questo caso non ho dovuto aspettare molto perché il prodotto è nato così, quasi senza pensarci.

Questo progetto è molto artigianale, e quindi la grossa sfida è stata quella di ridurre al minimo le fasi artigianali per tenere il costo accessibile ed interessante. In questo caso non mi sono posta la domanda se valesse la pena o no produrlo, in questo caso per me è stato più importante l’idea di creare un prodotto speciale in grado di contenere 100 sorrisi, 100 pensieri. Negli anni sono arrivati ad una semplificazione e ad un giusto valore del prodotto che tenga conto del mio tempo per produrlo oltre che delle materie prime. E’ stato un azzardo ma è un progetto che io amo per quello che rappresenta nella storia di Pourquoi Pas, è il prodotto per me più difficile da fare, ma anche quello che da più soddisfazioni. Vale la pena portarlo avanti? la mia risposta è SI con tutto il cuore!

Un progetto molto diverso invece è Blu Botanico.

L’idea è rimasta nella mia testa per 4 anni e forse anche di più. E’ rimasta li a raccogliere idee informazioni, input. Ancora una volta un progetto partito da una mia passione, ma che ha avuto bisogno del mio incontro con Caterina e Domitilla per sbocciare. A differenza si tar in a jar, prima di creare questo prodotto ci siamo poste tantissime domande, forse perché l’ingenuità che mi accompagnava all’inizio si è un po’ dileguata, forse perchè la creazione di questo progetto non dipendeva solo dalle mie capacità artigianali ma richiedeva anche un fattore di industrializzazione importante ed una conseguente spesa per la realizzazione, forse perchè eravamo in 3 a fare i conti e a capire se potesse essere un progetto interessante. 

Abbiamo voluto individuare un target e fare una ricerca di mercato, capire se sarebbe potuto essere un prodotto interessante per il mercato italiano, in che lingua farlo, scontrarci con la burocrazia delle raccolte fondi, insomma tutte queste e altre cose che si devono fare per un prodotto. La squadra ha creato il prodotto e non l’idea. 

Forse negli anni ho perso un po’ di ingenuità e ho smesso di lanciarmi nelle mie idee più strampalate (come ad esempio le nebbie, bellissimo prodotto ma poco capito perché non era ne arte ne design e sopratutto perché non l’ho mai comunicato davvero come meritava).

Valeva la pena realizzarlo? Siamo state aiutate, è stato un azzardo ma il successo che sta avendo nonostante la nostra non linearità nella comunicazione ci ha dato ragione.

Insomma per il successo di un prodotto, sto imparando che non ci vuole solo l’idea, o la passione (importantissime e vitali per la sopravvivenza nostra e del nostro brand), per il successo di un prodotto dobbiamo porci un sacco di domande che sappiano trasformare la nostra fantasia in creatività e POI in prodotto e poi di vuole un po’ di azzardo fortuna e sopratutto UNA BELLISSIMA STORIA da raccontare e comunicare.

Quali sono i vostri prodotti che avete nel cassetto e che vorreste sviluppare? Quali sono le vostre domande che potrebbero far sbocciare davvero la vostra idea? Sedetevi, prendete del tempo e iniziate a porvi le domande giuste.